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ARTE IN PRIMOPIANO

PAOLO GUIDOTTI

4 marzo 2016

Per Paolo Guidotti creare significa soprattutto «…astrarsi dai rumorosi baracconi che ci circondano, per riuscire a guardare verso un punto solo, isolandolo dalla babele di luci e colori (Renato Besana)». E le creature che disegna non appaiono soltanto oggetti dalla forte valenza estetica, ma spezzoni di storia, echi di cronaca, pretesti narrativi esplicitati in un sottile gioco di legni, colore, carta, metallo. Con questa tecnica ha illustrato Le metamorfosi di Ovidio (1997, Nuages).

Guidotti non tradisce mai, in questo, la sua vocazione di narratore di storie minime. Ogni oggetto fa riaffiorare un ricordo, rivivere un’emozione. I suoi materiali sono, alla rinfusa, frammenti di imballaggio, lamierini di recupero, smalti, scatole di sigari, occhi di vetro. Ma attenzione: nessuno di essi vive senza l’intervento affettuoso e severo dell’artista, né senza il supporto essenziale e vitale del suo immaginario. 

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